La qualità dei particolari, la collocazione surreale della figura chiave e la luce leggermente straniata sono un insieme di coordinate criptiche da decodificare. L’enigma dell’opera sta proprio nella decontestualizzazione del manichino che si auto-introduce in una vita nuova, animandosi di un alone sovrumano.
La narrazione non è univoca e stimola l’immaginazione dello spettatore, che è invitato a identificare i possibili sviluppi di una rappresentazione così misteriosa ed accattivante.
Dott.ssa Oxana Albot
(Perito e critico d’arte)